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Saldatrici industriali e benefici fiscali: il position paper 2021 di ANASTA

ANASTA, Associazione Nazionale Aziende Saldatura Taglio e Tecniche Affini (federata ANIMA Confindustria), ha recentemente pubblicato il nuovo Position Paper che riassume le principali informazioni in merito all’ “applicabilità del credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 4.0 per le saldatrici elettriche industriali”.

Il documento di sintesi, aggiornato al 2021, rappresenta un’utile guida di riferimento che esamina in quali casi e con quali modalità le diverse tipologie di saldatrici elettriche industriali possano soddisfare i requisiti definiti dalla legge 232/2016 per l’accesso ai benefici fiscali previsti per l’acquisto di beni indicati come “Industria 4.0”. Beni che, è utile ricordarlo, devono anche essere utilizzati secondo il paradigma di interconnessione che permetta di evidenziare l’effettivo valore aggiunto in termini di qualità, efficacia, efficienza e produttività nei processi. Questo requisito deve perdurare nel tempo, per poter mantenere il diritto del beneficio anche nei periodi di imposta successivi a quello in cui il bene viene interconnesso.

Dopo la descrizione delle diverse tipologie di macchine per la saldatura, il Position Paper illustra le modalità da mettere in campo per soddisfare i vari requisiti previsti per l’accesso ai benefici fiscali I4.0. Inoltre, una serie di esempi e casi d’uso, consente alle aziende di confrontare con maggiore semplicità la propria situazione in merito alle apparecchiature per la saldatura presenti in azienda e recentemente installate.

Se da un lato i produttori di saldatrici elettriche industriali sono tenuti a fornire informazioni corrette e veritiere circa le caratteristiche del bene (caratteristiche che possono rendere la macchina idonea o non idonea ad ottenere le agevolazioni fiscali), rimane comunque in carico all’azienda acquirente soddisfare le condizioni tencologiche previste per l’acecsso al Credito di Imposta Industria 4.0, tra cui l’interconnessione.

L’attestazione che “il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui agli allegati A o B della legge 232/2016 ed è interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura” è obbligatoria sopra i 300 mila euro di investimento per singolo bene ed è rilasciata da organismi di certificazione accreditati (oppure sostiuita dalla perizia rilasciata da ingegnere o perito industriale iscritti ai rispettivi albi).

E’ facoltà dell’impresa, per invetsimenti sotto i 300 mila euro, avvalersi in ogni caso dell’intervento di roganis,i di certificazioni o periti, oppure redigere autocertificazione del rispetto dei requisiti tecnici a firma del legale rappresentante.

In ambito Transizione 4.0, ICIM Group offre competenze trasversali attraverso le sue diverse società: in particolare, TIFQ fornisce il necessario supporto tecnico per sostenere le aziende nella digitalizzazione dei processi e dei servizi in chiave Industria 4.0, mentre ICIM SpA è l’ente di certificazione di riferimento 4.0 e vanta già oltre 1.800 attestazioni di conformità industria 4.0 rilasciate che corrispondono ad altrattanti interventi finalizzati all’accesso ai benefici fiscali Industria 4.0, tra cui, assessment, valutazione dei rischi di business continuity, cybersecurity, valutazione di sicurezza delle interfacce uomo-macchina.

È possibile scaricare Position Paper di ANASTA nella versione integrale a questo link

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