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ACCREDIA: l’accreditamento è sinonimo di trasparenza, crescita economica e semplificazione.

“L’accreditamento svolge un ruolo di interesse pubblico e le certificazioni e le altre valutazioni di conformità accreditate possono contribuire alla buona riuscita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. È quanto ha recentemente dichiarato Filippo Trifiletti, direttore generale di ACCREDIA – l’ente italiano di accreditamento cui il Governo affida la verifica della competenza degli organismi di certificazione e ispezione e dei laboratori di prove e tarature – commentando la sentenza della Corte di Giustizia Europea, la cosiddetta Sentenza Caracciolo*.

Il provvedimento, risultato di una sintonia tra i Governi degli Stati Membri e le istituzioni europee coinvolte, ha innanzitutto ribadito il modello creato nel 2008 con l’entrata in vigore in tutti gli stati della UE del Regolamento 765: è stato altresì riconosciuto il maggiore valore delle certificazioni, delle prove e delle tarature accreditate rilasciate dagli enti che operano secondo questa normativa rispetto a quelli che, fuori dalla UE, operano solo nell’applicazione delle norme ISO. I requisiti richiesti agli enti dal Regolamento 765 sono, infatti, particolarmente stringenti e ci si deve attenere alle disposizioni specifiche dello stesso: in altre parole, il Regolamento 765 crea in Europa un clima particolarmente favorevole per l’uso delle certificazioni accreditate e la sentenza ribadisce che “l’attività di accreditamento viene configurata come un’attività di autorità pubblica nell’interesse generale” perché si basa su requisiti di indipendenza, imparzialità e competenza”.

Non si tratta di un mero tecnicismo a uso e consumo degli addetti ai lavori.

Trifiletti, infatti, cala la sentenza nell’attualità e sostiene che il sistema dell’accreditamento può sostenere concretamente i progetti previsti dal PNRR, in un’ottica di sussidiarietà con la Pubblica Amministrazione. A supporto vi è anche lo studio realizzato dal Censis in collaborazione con Accredia, che mette in luce i timori dei cittadini, preoccupati che sprechi e mancati o eccessivi controlli possano minare i benefici attesi dalle ingenti risorse in arrivo dall’Europa.
La certificazione accreditata può effettuare controlli rigidi e al tempo stesso ridurre i tempi di risposta per l’accesso al beneficio senza introdurre ulteriore burocrazia, così come è già accaduto con successo, dice Trifiletti, in occasione del Piano Industria 4.0 (poi Transizione 4.0) e, in misura minore, con il Codice Appalti.

Da sempre partner della Pubblica Amministrazione, Accredia vede giorno dopo giorno accrescere i settori in cui il Governo le affida la verifica della competenza degli organismi e dei laboratori: si tratta dei cosiddetti ambiti regolamentati, cioè quei settori presidiati da norme di legge, spesso europee, in cui non tutti gli organismi di certificazione possono operare. Tra i nuovi ambiti di collaborazione – con il coinvolgimento dei Ministeri di riferimento – la delega sui prodotti da costruzione e, a breve, le nuove certificazioni per i prodotti fertilizzanti, il benessere animale, la sicurezza delle strade, le biobanche, ecc.

Quasi tutte le norme che riguardano le nuove certificazioni trovano origine nel sistema della normazione volontaria: attraverso il concetto dell’Infrastruttura per la Qualità, Accredia è già collegata con tutti i soggetti coinvolti (ISO a livello mondiale, CEN a livello europeo, UNI e CEI a livello nazionale).

ICIM Group controlla ben tre società accreditate: l’ente di certificazione ICIM Spa (accreditato Accredia per numerosi schemi di certificazione – sia cogenti sia volontari – in ambiti quali sistemi qualità, ambiente e sicurezza, efficienza energetica, sostenibilità, figure professionali e certificazioni prodotto nella meccanica, termoidraulica, impiantistica, sicurezza antieffrazione); Laboratorio Omeco (matricola n. 0003 di Accredialab con ben 130 prove accreditate nei settori di riferimento, prove meccaniche e tecnologiche, analisi chimiche e metallografiche, controlli non distruttivi, prove di tenuta, scoppio, corrosione, prove speciali, prove su materiali da costruzione, saldatura, formazione professionale, accreditato anche come centro per la taratura degli strumenti); TIFQLab (accreditato Accredialab per prove e testing sui materiali dei componenti o dei prodotti finiti che entrano in contatto con gli alimenti).

*Il laboratorio “Analisi G. Caracciolo” di Palermo aveva deciso di ricorrere al Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana per impugnare la decisione del Tar di escluderlo dall’elenco dei laboratori autorizzati in quanto privo dell’accreditamento da parte di Accredia. Il laboratorio aveva chiesto l’annullamento del Decreto del Tar sostenendo di essere in possesso di un certificato di accreditamento rilasciato dalla Perry Johnson Laboratory Accreditation Inc., Ente di accreditamento con sede negli USA. Il TAR aveva accolto l’appello di Accredia, avvalendosi di quanto indicato nel Regolamento CE 765/2008, che fissa le regole sull’esercizio dell’accreditamento in tutti i Paesi UE, stabilendo che per ogni Paese ci sia un solo Ente di accreditamento, e che questo sia membro dell’organismo europeo EA (European co-operation for Accreditation) riconosciuto dalla Commissione europea. Il laboratorio però, al fine di sostenere l’illegittimità dell’esclusione e della conseguente decisione del TAR, si appellava al Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione che decideva infine di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea.

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