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Ottobre 2025

La Transizione verde e la sfida delle competenze

Approcci e strumenti per professionisti e imprese

a cura di Marco Cibien (ICIM Consulting) e Francesco Spadera (Consulente ESG)

Una delle dimensioni chiave della Green Transition – sfida socio-tecnica e investimento di medio/lungo termine per le imprese – riguarda lo sviluppo delle nuove necessarie competenze. Una sfida nella sfida, che richiede l’adozione di nuovi approcci e strumenti, per via delle evidenti interdisciplinarità, dinamiche evolutive, necessità di integrazione orizzontale e verticale delle varie componenti. Per affrontarla con successo è necessario lo sviluppo di una vera e propria governance di competenze e conoscenza, come asset chiave sui due piani: individuale (persone) e organizzativo.
Cercheremo in questo articolo di delineare alcune delle sue caratteristiche peculiari così come alcuni utili strumenti, nella consapevolezza che, data l’oggettiva complessità della questione, possano sempre co-esistere una molteplicità di possibili soluzioni.

UN POSSIBILE APPROCCIO

Riteniamo che un approccio evoluto alla sfida in esame debba poggiare sui tre seguenti pilastri:

  • Apprendimento continuo (life-long learning)
    Significa considerare un mix bilanciato e dinamico delle 3 tipiche forme di apprendimento: formale, non-formale e informale (cfr. BOX 1). Si tratta di accettare la sfida che le persone non possano più fare prevalente affidamento sul loro percorso di istruzione e ad eventuali successivi titoli di studio, ma debbano continuare ad aggiornare e accrescere le proprie competenze lungo tutta la loro vita lavorativa, ad esempio attraverso nuovi percorsi di formazione e di qualificazione, nuove modalità di HRM – Human Resource Management all’interno delle proprie organizzazioni.
  • Framework di riferimento per competenze e qualifiche
    L’adozione di framework autorevoli e condivisi per la descrizione delle competenze e la valutazione dei risultati dell’apprendimento permette di assicurare trasparenza, comparabilità e portabilità delle competenze stesse e delle relative qualifiche. In Europa, non vi è dubbio che il consolidato EQF e il più recente GreenComp (cfr. BOX 2) rappresentino congiuntamente un solido punto di partenza/ancoraggio per il lato verde della Twin Transition.
  • Visione ecosistemica dell’apprendimento
    Consiste nella ricerca di nuovi spazi di cooperazione e confronto multi-stakeholder, capaci di abilitare prospettive e pensieri laterali, promuovere nuove forme di acquisizione di competenze e talenti, creare nuove connessioni con le nuove generazioni. In tal senso, l’ultima edizione degli ANIMA GreenTalks (appuntamento dedicato a innovazione, sostenibilità e futuro dell’industria) rappresenta un’iniziativa coerente con tale visione, grazie a un focus dedicato alle competenze del futuro: AI, digitalizzazione e nuove professionalità.

IL “MODELLO A T” DELLE COMPETENZE

Un’ulteriore evoluzione di quanto sopra specificato riteniamo possa essere la progressiva identificazione di un insieme di competenze green secondo il tipico “modello a T” (T-shaped model), come ad esempio riproposto di recente da McKinsey in ambito Industria 4.0. Un modello dove nel lato orizzontale della T risiedono le competenze chiave trasversali (e.g. gestione ambientale, cambiamento climatico, economia circolare), tipicamente riferibili ai percorsi formali per l’accesso al mercato del lavoro; mentre nel lato ortogonale si trovano le competenze verticali (e.g. sistemi di gestione ambientale, strumenti di carbon footprint, indici di circolarità delle organizzazioni), più ragionevolmente acquisibili nel tempo, in ambito non-formale e informale, come parte del proprio percorso di sviluppo professionale e in funzione delle evoluzioni di contesto/mercato.

NORMAZIONE E CERTIFICAZIONE

Una potente leva per la costruzione di un approccio come quello sopra delineato può essere il ricorso all’insieme di strumenti e metodi della normazione tecnica e alle opzioni di certificazione correlate.

È indiscutibile, infatti, che proprio in ambito ambientale l’offerta tecnico-normativa, ai vari livelli internazionale (ISO), europeo (CEN) e nazionale (UNI) costituisca una solidissima base di conoscenza (body of knowledge). Un’offerta che spazia dai sistemi di gestione alle dichiarazioni ambientali, dagli strumenti di carbon management e carbon neutrality (oggetto di un prossimo contributo sul numero di novembre di inGruppo) all’economia circolare. Una base che permette, a sua volta, lo sviluppo di un’altra specifica famiglia di norme, le cosiddette APNR – Attività Professionali Non Regolamentate (filone prevalentemente nazionale, a supporto della Legge 04/2013 sulle professioni non organizzate), abilitando la relativa certicazione accreditata delle persone.

ICIM SpA, già accreditata per le figure professionali di Esperto in Gestione dell’Energia (EGE; UNI CEI 11339) e di Sustainability Manager (UNI/PdR 109), è in procinto di richiedere l’estensione per la UNI 11814 (Innovation Manager) e guarda con interesse a nuovi progetti come la UNI/PdR sul Circular Economy Manager, di prossima pubblicazione.